[box] Il primo post del 2013 è dedicato alle interessanti riflessioni di Carlo Ferrara, allievo dei corsi di falegnameria creativa Bioforme, che ci ha gentilmente autorizzato a pubblicare questo suo scritto. Crediamo che contenga considerazioni che potrebbero essere utili per approfondire il senso dei propri obiettivi per il nuovo anno. Buona lettura. [/box]
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Indice dei contenuti
L’Uomo
Ci scordiamo di essere Uomo.
Ci scordiamo di essere Uno. Ci pensiamo divisi in due. Corpo e anima, fisico e mente. Crediamo che appartengano a due mondi da tenere separati. Ci scordiamo dello Spirito, del Cuore, che solo li può tenere uniti. Facciamo lavori in cui utilizziamo solo l’intelletto, o lavori in cui utilizziamo solo la manualità. Releghiamo il cuore ad una parte della nostra vita, e spesso cerchiamo di prostituirlo agli interessi degli altri due. Perdiamo così il ruolo creativo che ci è proprio. Ci trasformiamo in una fredda macchina. Il lavoro perde la sua funzione nobilitante e diventa così alienante: ci rende altro dall’essere Uomo, dall’essere quindi noi stessi. Ci conosciamo perciò sempre meno.
L’Artista
Come può l’Uomo tornare ad essere consapevole della propria unità? Come può tornare a conoscere se stesso?
Mediante l’Arte. L’Arte è Medicina, poiché la lontananza da un cuore libero è Malattia. Come un maestro ha detto: “L’Artista lavora sulla Materia adoperando intelletto, cuore e manualità”. Si provi a togliere il cuore, si ricadrebbe così nella bipartizione: l’Artista non è più tale. L’Artista che opera non distingue tra mente e corpo. Non distingue tra bene e male. L’unico vero Bene è il fare la volontà dell’Artista, il quale è tutt’uno con se stesso. Mente e corpo sono al servizio del cuore: come la Luna riflette la luce proveniente dal Sole e rende così la Terra fertile, allo stesso modo la mente riflette il volere del cuore sulle mani dell’Artista, che sono in grado di dare nuova vita.
L’Uomo deve tornare ad essere Artista, ad esprimere il divino che è in lui, il principio creativo, la volontà in accordo con un cuore finalmente svuotato dagli affanni. Solo in tale situazione l’uomo è veramente libero, quando si manifesta nel mondo in accordo con le leggi di natura, le quali permettono esse stesse alla creatività di concretizzarsi: senza legge niente può prender forma. Si immagini semplicemente se non esistesse la legge per cui il duro è in grado di scalfire il morbido: quale scultura mai potrebbe nascere da un blocco di legno o di pietra? O ancora se il fuoco non avesse il potere di seccare: quale vaso o quale mattone potrebbero mai esistere? L’apprendista impara ad esprimere una volontà ed impara come questa si debba adattare all’imprevedibilità della materia viva.
Il maestro ha un ruolo chiave: egli educa l’apprendista affinché possa comprendere come esprimere il potere del cuore in accordo con le proprie caratteristiche, con la propria personalità e le proprie abilità. Lo strumento più potente che il maestro ha a disposizione è la parola: essa racchiude in sé ogni principio, dato che era essa stessa in Principio. Quando l’apprendista inizia a formarsi come artista lavorando sulla materia, in questo processo di lavorazione trasforma se stesso, dato che non esiste cosa al di fuori dell’Uomo che non esista dentro all’Uomo. Trovandosi a doversi confrontare con gli ostacoli della materia che ha tra le mani, comprende che questi sono solo opportunità perché qualcosa di spontaneo e nuovo nasca, oltre ogni previsione della mente. L’atteggiamento per rendere questo apprendimento possibile deve essere di tipo meditativo, vuoto da giudizi e pregiudizi. La mente ed il corpo diventano strumenti, da padroni a cui si atteggiavano, e seguiranno il volere del cuore, senza che egli compia alcuno sforzo per ottenere questo.
La Guarigione
La malattia è spesso correlata ad una distanza dell’uomo dal suo centro, cioè ad un cuore non lasciato libero. Ogni opera d’Arte è Guarigione ed ogni Guarigione è un’opera d’Arte. Il terapeuta assume quindi un ruolo analogo a quello del maestro d’arte. Infatti egli educa l’individuo perché riesca da sé a ritrovare la strada per tornare ad essere un po’ di più il riflesso del proprio cuore, recuperando in qualche misura l’Unità. Una vera Guarigione non può provenire dall’esterno.
E’ solamente l’individuo che ha in mano la propria vita, la propria salute, come anche il proprio destino.
Dobbiamo smettere di cercare capri espiatori in quello che ci circonda: l’Universo lavora in armonia perché ogni singolo uomo torni ad essere Uomo; il limite a questo viene posto solo dalla nostra mente. Il terapeuta ha a sua disposizione degli strumenti, tra cui il primo rimane la parola. Ma la Natura ce ne fornisce altri in giusta misura, e l’Uomo ha la capacità di estrarli in una forma che sia in equilibrio con la sua costituzione, la propria e quella dell’Universo, tra le quali non c’è differenza. Si tenga però presente che non sarà stato l’estratto naturale ad avere guarito l’individuo, come non saranno state le parole del terapeuta né i suoi trattamenti manuali, bensì solamente l’individuo stesso, al quale sono state fornite indicazioni per ritrovare la Via. Allo stesso modo uno sherpa non si prenderà merito del fatto che la persona che lui guidava sia arrivata in cima all’Himalaya, né un maestro dell’opera eseguita da un suo allievo, pur avendo avuto entrambi un ruolo importante.
La Gioia
Lo stato d’animo nel percorrere la Via è di vera Gioia, a volte chiamata beatitudine, che niente ha a che fare con la felicità. Quest’ultima è infatti una sensazione passeggera, che presuppone l’esistenza del suo contrario, la tristezza. La Gioia è consapevolezza del compiere un atto d’amore, in assenza di intenzioni: ciò che emergerà dalla materia, che sia legno o che sia uomo, è imprevedibile per la mente, ma già formato nel cuore.
La Contemplazione
Una volta che l’opera è stata compiuta le si dedichi del tempo per contemplarla: questo sarà nutrimento per il cuore.
La Vita
Rendiamo la nostra vita un’opera d’Arte.
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