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…e rimanere soddisfatti

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Durante le fasi di lavorazione di un mobile scultura è molto frequente sbagliare. La ricerca di forme nuove spinge gli allievi della scuola del legno di Bioforme a rischiare molto pur di trovare linee e figure sorprendenti.

Desidero mostrarvi a titolo di esempio quanto è accaduto a Federica, allieva del corso di lavorazione e decorazione artistica del mobile  Bioforme.

Stava utilizzando il seghetto alternativo dopo aver assemblato la forma base della credenza quando si è accorta di aver tolto troppo materiale dalle spalle del mobile. Così facendo e senza ulteriori interventi i ripiani superiori avrebbero rischiato di spezzarsi sotto il loro stesso peso. A quel punto era necessario trovare una soluzione che riuscisse a rinforzare la struttura senza rovinare l’armonia del pezzo.

sbagliando si impara

Il metodo Bioforme

Seguendo il metodo Bioforme si è deciso di trasformare l’errore nel punto di forza del mobile scultura innestando una robusta traversa obliqua nella parte frontale per rinforzare la struttura e sostenere così i due ripiani superiori.imparare dagli errori

Questo elemento assolutamente non previsto nell’idea di partenza ha finito con il caratterizzare l’intera composizione, accentuando, grazie ad una visione frontale inedita e originale,  la dinamicità e plasticità dell’opera.

L’errore secondo Bukowski

Per chiudere vediamo cosa ci racconta Bukowski a proposito dell’errore:

Pagare qualcuno per chiedergli cosa fare vuol dire essere perdenti in partenza. E fra questi metteteci pure il vostro psichiatra, il vostro psicologo, il vostro agente di cambio, il vostro insegnante, il vostro eccetera.Per imparare non c’è niente di  meglio dopo uno sbaglio che raccogliere le idee e andare avanti. E invece quasi tutti si fanno prendere dalla paura. Hanno così paura di sbagliare che sbagliano. Sono troppo condizionati, troppo abituati a sentirsi dire quello che devono fare. Prima in famiglia, poi a scuola e per finire nel mondo del lavoro.[di C. Bukowski , tratto da “Il Capitano è fuori a pranzo”]

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