Enzo Mari è morto nell’ottobre di quest’anno (2020) e l’eredità che ci ha lasciato è importante anche per noi.
Nel blog di Bioforme si fa sempre riferimento al concetto di artigiano che progetta e costruisce da sé i propri mobili e arredi unici grazie alle proprie competenze manuali in contrapposizione al designer che, al contrario, progetta da sè, ma delega la realizzazione in serie ad altri.
Mari, era in realtà una figura ibrida: un designer artigiano ed è per questo che gli tributiamo un omaggio in questo spazio.
Enzo Mari e i maker
Oggi molti parlano di autoproduzione e c’è un vasto movimento che prende il nome di maker.
Mari è stato, a detta di molti uno dei precursori di questo movimento, se non uno dei principali teorici.
Il movimento dei maker iniziò qualche anno fa con la terza rivoluzione digitale. Dopo la prima che coincide con la nascita di internet e la seconda degli anni ‘90, quella del web 2.0 caratterizzato dai contenuti generati dagli utenti, è arrivata la terza che ha permesso di produrre oggetti fisici attraverso la rete, con i maker/costruttori protagonisti di questa rivoluzione. Questi nuovi artigiani digitali inventano ogni sorta di oggetto e condividono mezzi, processi e risorse sul web.
La genesi del capolavoro di Enzo Mari: Autoprogettazione?
Negli anni ’70, in un periodo in cui ci si interrogava sull’ingiustizia della società consumistica, Mari rifletteva sulla propria condizione di designer, costretto a inventare oggetti sempre nuovi a fronte di miseri guadagni.
Nacque in questo contesto il suo progetto esposto per la prima volta nel 1974 alla galleria Milano sotto il titolo proposta
per un’autoprogettazione.
Mari creò i piani costruttivi di una serie di mobili facilmente realizzabili da ognuno grazie all’utilizzo di semplici assi di legno e di
pochi attrezzi da falegname come martello, sega, chiodi e colla vinilica. Questi piani furono distribuiti gratuitamente durante l’esposizione e in seguito riuniti sotto forma di libro (in offerta su Amazon).
Ognuno poteva realizzare il proprio mobile a prezzi contenuti seguendo questi schemi. In soli 2 giorni potevi costruire il mobilio di un intero appartamento con tavoli, sedie, armadi, librerie, panche, letti e scrivanie.
Tra gli arredi più noti descritti nel libro Autoprogettazione? c’è la Sedia Uno. Guarda il video qui sotto in cui lo stesso Mari spiega passo passo come costruirla.
Enzo Mari e Jurek Sztekiel: una visione in comune
Enzo Mari diede a tutti gli strumenti per imparare a progettare e realizzare il proprio spazio sottraendone l’esclusiva alla società consumistica. La semplicità del sistema costruttivo lasciava libertà di modificare facilmente i piani originali a seconda delle necessità e lo stesso Enzo Mari incoraggiava questo approccio, chiedendo ai lettori di inviare le fotografie dei mobili così realizzati.
Nel suo modo di vedere le cose, inoltre, chi costruisce da se stesso un mobile ne avrà molta più cura rispetto a un mobile acquistato, aumentandone anche di molto la durata della sua vita. Ed è qui forse il punto di contatto fondamentale con Bioforme e la filosofia del suo fondatore Jurek Sztekiel.
L’artista polacco, pur provenendo da esperienze e retroterra totalmente diverse, condivide le critiche alla società consumistica e conforme (NON bio-forme) e fonda la propria scuola di falegnameria artistica (Bioforme) con l’obiettivo di dare a tutti le capacità di base per realizzare mobili unici con strumenti e tecniche alla portata di tutti. L’accento di Jurek si sposta però più sulla parte artistica che trasforma in strumento individuale di ricerca estetica e spirituale.
Guarda qui sotto una delle sedie di Jurek Sztekiel o clicca qui per vedere la collezione dei suoi pezzi più noti.
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